Credito Imposta Sanificazione Decreto Legge Cura Italia

A fronte della emergenza del covid-19, anche detto corona virus, il governo italiano ha emanato il decreto “Cura Italia” (ecco il collegamento al sito del governo per avere una più ampia lettura). L’ utilizzo del credito di imposta previsto dal decreto “Cura Italia” per la sanificazione degli ambienti è una misura fondamentale per permettere l’attività economica.
Dopo un’attenta analisi possiamo affermare che le spese derivanti dalle sanificazioni:

  • potranno essere portate in detrazioni con percentuale pari al 50%, fino ad un massimo di 50000 €, se il soggetto è una impresa o un lavoratore autonomo. Le spese dovranno essere documentabili e dovranno essere poste a “misura di contenimento” dal virus covid-19.

 

  • Nel testo pubblicato in gazzetta ufficiale “spese di sanificazione degli ambienti e degli strumenti di lavoro sostenute” lascia spazio ad intendere che l’acquisto di macchinari per la disinfezione, la sanificazione e la pulizia saranno compresi.

 

  • Manca il decreto attuativo da parte del Ministero dello sviluppo economico (MISE) e del Ministero di Economia e Finanza (MEF) che stabilisca i limiti di spesa previsti.

 

  • In generale le spese relative alla sanificazione, alla disinfezione e alla pulizia sono:
    • “prestazione di mera pulizia”, con possibilità di “reverse charge”, ossia che l’impresa che chiede il servizio verserà l’iva al posto del soggetto che svolge la prestazione
    • “prestazione di disinfezione”, con aliquota iva ordinaria
    • “prestazioni di sanificazione”, con aliquota iva ordinaria

 

  • Un suggerimento per poter attuare un’ottimizzazione fiscale è quella di scindere le varie operazioni. In caso di presentazione di una fattura con una sola voce che rimanda ad aliquota ordinaria, sarebbe corretto riuscire a scindere la quota parte della fattura che rientra nella pulizia, quella che riguarda la disinfezione, quella che riguarda la sanificazione

In caso di un servizio di disinfezione o di sanificazione fatturato in “reverse charge” il committente può detrarre l’imposta assolta irregolarmente, mentre l’impresa non è obbligata ad assolverla, ma è sanzionabile in misura fissa per un importo compreso tra i 250 euro e i 10000 euro. Inoltre il committente è responsabile del pagamento per questo in via solidale. Per sanare la posizione basta attuare il ravvedimento operoso.
Utilizzo del credito di imposta previsto dal decreto “Cura Italia” per negozi:
Il decreto consente inoltre di poter avere un credito di imposta pari al 60% sul canone di locazione in caso l’immobile locato rientri in categoria C/1 (“Negozi e botteghe”)
Le strutture che sono state escluse dalla chiusura non possono richiedere questo credito di imposta.
Questo credito di imposta può esse presentato solo tramite F24 attraverso il codice tributo 6914

fonte: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/03/17/20G00034/sg

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